Dario di un corpo #1 – L’anca sinistra

In queste ultime settimane ho messo al centro della mia attenzione la gamba sinistra. Per diverse ragioni, tra cui probabilmente il fatto che abbia sempre giocato a calcio, e mi sia infortunato numerose volte alla caviglia destra (una delle quali fu una microfrattura), ho sviluppato una tendenza ad usare in maniera differente le due gambe. Sento la sinistra come elemento di sostegno, la destra come elemento di agilità. La destra slancia, la sinistra affonda. L’arco plantare destro rimane ben marcato, il piede sinistro invece – forse anche per via degli infortuni del destro – ha sempre scaricato meglio sul terreno le forze. A destra è come se qualcosa rimanesse intrappolato nel piede mentre appoggia al terreno, a sinistra no.  Tuttavia, il piede sinistro ha una tendenza maggiore a pronare, cioè ad appiattirsi quando sto in piedi. Questo cambia la trasmissione delle forze al ginocchio, che sento convergere maggiormente verso il centro, sotto il condile interno del femore sinistro. 
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Diario di un corpo #0 – leggere il corpo

C’è stato un lungo periodo in cui leggevo in media un libro a settimana, e sfruttavo ogni momento libero per coltivare questa passione. Adoravo le sale di attesa e i mezzi di trasporto pubblico perché mi davano la possibilità di leggere. Poi è successo qualcosa e non mi sono più sentito invogliato alla lettura per altri lunghi anni. Per diverso tempo ho chiamato questa condizione il blocco del lettore. Durante gli inizi di quest’altra fase ho imparato a leggere un altro libro. Questo libro è il mio corpo e la chiave di lettura mi è stata fornita da Moshe Feldenkrais.
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Introduzione

Chi entra nel mio studio incontra prima di tutto un essere umano. Le mie qualifiche e la professione che esercito rendono possibile questo incontro che altrimenti non avverrebbe, ma questo è e rimane comunque un incontro tra esseri umani.   Spesso molti professionisti usano le proprie qualifiche quasi come uno scudo, e cercano di essere il più a-personali possibili. Per molti questa spersonalizzazione è sinonimo di professionalità. Il ruolo sostituisce la persona e, più che con esseri umani, si ha a che fare con “esperti”. Le circostanze vogliono che io pratichi un Metodo che riporta il nome e il cognome di chi lo ha sviluppato.  
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L’apprendimento organico: montagne che camminano

Trasformare l'apprendimento per trasformare la vita
In passato, prima di scoprire cos'è l'apprendimento organico, avevo un’idea di apprendimento - probabilmente condivisa da molti - secondo cui ogni volta che imparo qualcosa aggiungo un pezzettino a ciò che sapevo prima. Come l'accrescimento di un sapere enciclopedico, grazie al quale ogni giorno è possibile conoscere una cosa in più del giorno precedente, accrescendo il proprio "bagaglio" di nozioni conosciute.
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Promesse da mantenere

Specchietti per le allodole
Ogni tanto vedo delle pubblicità di metodi, professionisti o “rimedi” che promettono di risolvere i più disparati problemi fisici in quattro e quattr’otto. Così facendo temo si diffonda sempre più l’idea che il corpo sia una sorta di macchina che, quando sembra funzionare male o quando lancia segnali di dolore, abbia bisogno di essere messa a posto con un paio di interventi. Magari esiste qualcuno che sa esattamente quali “tasti” premere per far passare tutti i dolori? Forse bisogna far scrocchiare due-tre vertebre per rimettersi in sesto?
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Dolore cronico e disequilibrio

Un dolore cronico che tormenta
La maggior parte delle persone che ricevo lamenta cronici. Il tipo di dolore ovviamente varia da persona a persona, ma spesso capita di osservare dei dolori decisamente asimmetrici che vengono vissuti da molti come una sorta di tormento. Sembra che la persona sia sempre affaticata e che basti poco per peggiorare la situazione e intensificare la sensazione di dolore.  
Sentirsi storti. Cosa significa?
Quando le persone si definiscono “storte” spesso intendono incurvate in avanti, cioè più o meno gobbe; raramente tengono in considerazione l’equilibrio tra destra e sinistra o l'atteggiamento di torsione.
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Gli esercizi per risolvere il mal di schiena

"Quali esercizi posso fare per il mio problema?"
Spesso, quando qualche cliente mi fa domande specifiche sugli esercizi, oppure mi manda un link ad un video dove vengono mostrati degli esercizi e mi chiede cosa ne penso, prendo un bel respiro e parto dicendo che il Metodo Feldenkrais mi ha insegnato a ragionare senza “segreto iniziatico”, cioè senza applicare regole o ricette, e senza seguire protocolli. Il dr. Feldenkrais esortava a lavorare con la persona, non con il suo problema o la sua diagnosi, e nel libro “Il caso di Nora” racconta di come la sua premura sia quella di intercettare le esigenze della persona laddove il suo sviluppo ha incontrato un ostacolo o una battuta d’arresto.
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Che cos’è una buona postura?  #4 – Gli strumenti

Lezione individuale Metodo Feldenkrais
Dato che molte persone che si rivolgono a me spesso dicono di avere una "postura scorretta" mi sono lasciato trasportare dalla domanda nient'affatto scontata "che cos'è una buona postura?" per tracciare un particolare percorso, articolato qui in quattro post. Il primo ha riguardato quelli che mi sembrano essere i luoghi comuni su cui solitamente ci si imbatte quando si parla di “buona postura”. Il secondo post ha aggiunto un tassello al precedente e presentato un’ottica funzionale con cui intendere la “buona postura”. Il terzo ha trattato in maniera semplificativa il modo in cui il sistema nervoso si è formato, e come questo sia legato allo sviluppo del movimento. Ora, con questi elementi, è bene considerare quali sono gli elementi a nostra disposizione per lavorare sull'allineamento e sull'utilizzo scheletrico e migliorarne l'efficienza.
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Che cos’è una buona postura? #3 – intermezzo

Nel post precedente ho proposto l’idea secondo cui la consapevolezza corporea sia qualcosa di mediamente molto trascurato. Mi è quindi sorta la domanda: è sempre stato così nella vita di ognuno di noi? Probabilmente sarebbe possibile trovare qualche spunto utile se prendessimo in considerazione il modo in cui il sistema nervoso si è sviluppato e il modo in cui abbiamo imparato a muoverci. C’è infatti un apprendistato che abbiamo tutti seguito, una scuola dove abbiamo svolto tutti i compiti e tendenzialmente non abbiamo saltato nessuna lezione, dove in un certo senso le tappe erano obbligate. Di cosa sto parlando? Ecco un’immagine esemplificativa...
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