Come si insegna il Metodo Feldenkrais?

Con una certa regolarità ricevo messaggi in cui mi viene chiesto “come si insegna” o “come si impara” il Metodo Feldenkrais.

Di solito non capisco: chi scrive vuole diventare insegnante Feldenkrais e mi ha scambiato per un formatore? O si tratta di una persona interessata a conoscere il Metodo come cliente? Cioè: che significa?

E allora provo a rispondere più o meno come segue:

[…]
Come prima risposta mi permetto di fare una distinzione: il Metodo Feldenkrais, lavorando con il sistema nervoso mediante il corpo (e non SUL corpo come alcune discipline sanitarie o del benessere), rientra nell’ambito delle discipline legate all’apprendimento.

Ciò significa che chi “fa” Feldenkrais non si definisce operatore ma insegnante, e chi si rivolge in qualità di cliente ad un insegnante Feldenkrais è a conti fatti un allievo.
Quindi quelli che alcuni chiamerebbero erroneamente “trattamenti” Feldenkrais, si definiscono “lezioni”, e così via…

Questo per dire che se è suo interesse diventare un’insegnante Feldenkrais, allora le rispondo che esistono dei corsi in svariate parti di Italia che durano 4 anni e che vengono tenuti da formatori certificati da un ente europeo e che danno un certificato valido all’insegnamento della disciplina in tutto il mondo.
Prima di frequentare questi corsi però è raccomandata una conoscenza pratica basilare del Metodo, cioè averlo praticato un pochino.

Se invece vuole interfacciarsi al Metodo come cliente perdoni il preambolo: a Torino svolgo lezioni individuali (cosiddette Integrazioni Funzionali) e di gruppo (di Consapevolezza Attraverso il Movimento) nel mio studio.

Le lezioni individuali avvengono attraverso il tocco: questo permette al sistema nervoso del cliente di notare le tensioni superflue e di lasciarle andare, imparando nuove possibilità di movimento e di allineamento scheletrico talvolta dimenticate da decenni. All’allievo è chiesto di rimanere prevalentemente passivo, in uno stato di fiduciosa rilassatezza.

Le lezioni di gruppo avvengono attraverso la voce: l’insegnante guida gli allievi alla scoperta di movimenti poco abituali e dimenticati dal sistema nervoso (che dimentica ciò che non usa abitualmente) per ritrovare il proprio potenziale a livello di movimento (e quindi a cascata sulle altre attività del sistema nervoso). Gli allievi diventano parti attive di questo percorso di scoperta.

In entrambi i casi non esistono dei protocolli da seguire e le lezioni sono preparate in base alle esigenze degli allievi.
Come si intuisce si potrebbero dire moltissime cose in più, ma mi sembra per ora possa bastare : )

Grazie e a presto.

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