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Diario di un corpo #5 – Camminare
Sono stati spesi torrenti di bit e di inchiostro per teorizzare la camminata, però non esistono due persone che camminano allo stesso modo. Ognuno di noi si è organizzato alla propria maniera, irripetibile.
Quando osservo le persone camminare cerco di capire quali sono gli schemi prevalenti nella loro immagine di movimento. Quando ho l’impressione di comprendere cosa succede, ho come la sensazione di aver risolto una sorta di enigma. Tutto torna, a posteriori la soluzione sembra semplice, e sembra poter spiegare tante cose.
Nonostante quanto detto, se volessi semplificare al massimo direi che recentemente mi sembra di notare certi schemi di movimento ricorrenti, ne appunto alcuni:
– c’è chi si sposta da una gamba all’altra, con un movimento laterale. Sembra, a voler esagerare, la camminata di un pinguino e chi cammina così, visto frontalmente, fa dei movimenti simili a quelli di un pendolo. Il movimento può essere anche solo poco accennato, solitamente riguarda solo un lato(¹).
La parte che si muove di meno, in questo caso, è proprio l’anca (cioè il femore si muove pochissimo rispetto al bacino). Anche il gluteo risulta inibito. Questa camminata spesso è tipica di chi ha o purtroppo avrà problemi all’anca…
– c’è chi ha un atteggiamento quasi marziale e tiene il busto all’indietro, mentre le gambe procedono in avanti. Solo dopo che il piede ha toccato il terreno può permettere al busto di andare in avanti.(²)
Questo movimento non oscilla tra destra e sinistra, ma questo modo di trattenere il baricentro indietro costringe gli addominali a rimanere perennemente contratti. Chi cammina così spesso sbatte il tallone contro il pavimento, per la gioia degli inquilini dell’appartamento di sotto, ha il respiro un po’ corto e una ridotta mobilità pelvica. Le sue anche si muovono di più del prototipo di sopra ma comunque poco in estensione (cioè il ginocchio tende a non andare più indietro del bacino, cosa che invece lo scheletro dell’immagine in apertura riporta). Il gluteo non è totalmente inibito, ma la capacità di utilizzarlo comunque non impedisce di poter sentire molto affaticamento quando si salgono i gradini, perché i quadricipiti intervengono più del dovuto.
– c’è chi muove tanto il lato di un bacino per portare una gamba in avanti, e poi per portare l’altra gamba davanti non spinge, attraverso il piede, su quella che ha appena poggiato, ma utilizza di nuovo il bacino per far procedere la gamba opposta. È come se camminassero solo con il bacino.
Le anche risultano un po’ “chiuse” e le gambe convergono un po’. Da in piedi, le punte dei piedi tendono a stare più vicine dei talloni.
Praticamente chi cammina così per andare avanti fa un grande lavoro con i muscoli dell’addome e della schiena inferiore. Questo movimento del bacino può favorire una certa convergenza delle ginocchia, e quindi un appiattimento dell’arco plantare. Anche chi cammina così non estende l’anca e utilizza poco il gluteo.
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Queste sono alcune macro-categorie, esposte per semplificazione. Ci sono tanti elementi che concorrono a formare il modo in cui camminiamo e spesso gli ingredienti si mescolano tra loro e ne richiamano tanti altri.
Un tratto che accomuna queste tre tipologie, è che i glutei lavorano poco. Ci sono molte persone che lamentano di avere i glutei poco tonici e vanno in palestra per rinforzarli e modellarli, ma quando escono dalla palestra tendono di nuovo a smettere di utilizzarli, fino all’allenamento successivo.
Conosciamo il nostro schema? Come si può descriverlo?
Prima di proseguire è necessario farsi queste domande.
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(1) Quindi con un dondolio solo da una parte, come più volte mi è sembrato essere il caso di Papa Francesco.
(2) Questo è tipo un atteggiamento che per comodità chiamo marziale, perché mi ricorda un po’ la maniera di camminare dei soldati. Per caso utilizzando proprio la parola “marziale” mi sono imbattuto in questo video (che non ho visto interamente ma vabbè…): il tale, dopo aver descritto dei modi di camminare che definisce sconvenienti o erronei, mostra il modo di camminare secondo lui migliore (al minuto 2:25). Per scopi marziali infatti sembra esaltare lo spostamento del baricentro indietro e l’avanzamento “prudente” delle gambe. Tuttavia, la forza non si trasmette via scheletro dal piede alla testa.