Come nasce un pattern

La domanda da mille punti

Tante volte mi sono chiesto e sento chiedermi: come nasce un pattern posturale?
Tanti allievi, una volta che riconoscono il proprio schema dominante di movimento, che coinvolge delle preferenze asimmetriche di movimento dai piedi alla testa, si (e mi) domandano: perché?
Forse è più importante studiare come uscirne che chiedersi come è nato, ma è probabile che siano due questioni intrecciate…

Per cominciare c’è da dire che gli schemi posturali sono talmente consolidati nelle nostre abitudini che facciamo fatica a notarli. Ci vogliono un po’ di esercizio e una guida esperta per poterli non solo individuare, ma sentire da dentro. Una volta percepiti, è difficile smettere di notarli e si può lavorare per migliorare la versatilità ed uscire dagli schemi abituali, alleviando dolori e tensioni.

Come nasce un pattern

Dal momento che ciascuno di noi sviluppa una determinata serie di schemi di movimento, che possono condurre anche alla formazione di visibili asimmetrie muscolo-scheletriche, significa che siamo predisposti per sviluppare questo tipo di preferenze.

Intorno alla fine del primo anno di età ci siamo tutti cimentati nell’acquisizione della postura eretta. Si tratta di una tappa che abbiamo conquistato lentamente: all’inizio il nostro equilibrio era precario, era difficile mantenere una testa così pesante e così distante dal baricentro in equilibrio su una serie di vertebre incolonnate. Ogni minima variazione di peso o di pendenza comportava grandi cambiamenti nel mantenimento della posizione che oscillava parecchio.

Le nostre asimmetrie interne

Abbiamo tutti scoperto un lato su cui era più facile stare eretti, e uno da cui era più facile sbilanciarsi per uscire dalla stasi e procurare movimento.
I nostri corpi sono marcatamente asimmetrici:
il fegato è l’organo interno più pesante e si trova a destra.
il diaframma è diviso in due parti, quella destra è più forte, composta da più fibre muscolari e quindi più pesante.
il polmone destro è complessivamente più grande del sinistro.

Un corpo senza cervello, cioè sicuramente senza compensi posturali, se potesse stare in piedi, cadrebbe in avanti e a destra, come un’impalcatura caricata asimmetricamente.

Un corpo con cervello, si ritrova con ogni probabilità a preferire di stare sulla gamba destra, trasferendo dal basso il peso verso destra e dall’alto verso sinistra per compensare.

Dall’asimmetria alla preferenza

A ben pensarci forse l’asimmetria è la caratteristica che ci rende così dinamici, così abili dall’uscire dalla posizione di quiete, che altrimenti rischierebbe di essere troppo statica.

Ritornando alla prima infanzia, un bambino che scopre un modo per fare una cosa, difficilmente lo abbandona, o per lo meno non in poco tempo, perché quel sistema gli trasmette sicurezza e rappresenta il risultato di una serie di strategie adottate per vincere le sfide poste dagli ostacoli dell’ambiente.

Ho riscoperto queste cose osservando i primi venti mesi di mia figlia Sofia:

Sofia tra trovando un gran divertimento nel salire e scendere le scale, e si sente più sicura in appoggio sulla gamba destra. Consideriamo che uno scalino per lei è più o meno come una sedia per noi: scendere o salirci è un gesto da progettare e da fare con grande attenzione.

Quando deve salire uno scalino, abbandona la posizione bipede portando il piede destro avanti. L’appoggio sul sinistro è “temporaneo” e serve per lo più per ritrovare la sicurezza del destro.
Sul destro è più facile “ergersi” e salire il gradino. Al momento non ha ancora sufficiente forza a sinistra per salire il gradino con l’altra gamba con la stessa facilità che ha con la destra, nonostante ogni tanto ci provi.

Per scendere invece le risulta più sicuro rimanere in appoggio sul piede destro finché non potrà trasferire tutto il proprio peso sul gradino di sotto.

Quindi ricapitolando: scende le scale con il piede sinistro e le sale col destro.

Se qualche simpaticone le impedisse di scendere con il piede sinistro tenendoglielo fermo con la mano:

come nasce un pattern

Dovrebbe studiarsi una strategia molto diversa per scendere col destro. La differenza più grande è che non procederebbe frontalmente, ma replicherebbe più o meno quello che fa da in piedi quando abitualmente trasferisce il peso lateralmente verso destra: anche dai gradini scenderebbe con un evidente lavoro degli abduttori sinistri, spostandosi lateralmente verso destra.

Dalla preferenza al pattern

Come avete capito, sto assistendo a come si formano le principali preferenze di movimento. Da questi passaggi si può comprendere come nasce un pattern posturale.

Se è normale che si creino preferenze e sbilanciamenti, è bene vegliare che questi non siano “patologici”. Cioè che non si cristallizzino in posture poco versatili che causano dolori, tensioni e scompensi.

Il più frequente schema posturale è il seguente (qui esagerato), diretta conseguenza delle preferenze “innate” di lateralità simili a quelle che osservo in Sofia:

come nasce un pattern

Come si può vedere, il lato sinistro del bacino è ruotato in avanti, il piede sinistro è più “piatto” del destro, il sacro e le ultime vertebre lombari sono in leggera torsione verso destra, il torace è più compresso a destra che a sinistra, in torsione verso sinistra, e di conseguenza la spalla destra è più bassa.(¹)

Se ti riconosci in questo schema, sappi che ci sono voluti lunghi decenni per formarlo e che ci vorrà una certa costanza per uscirne o per lo meno per allievarne i dolori e le grandi tensioni che ha generato.

Se vuoi raccontarmi come percepisci il tuo pattern, non esitare a scrivermi.

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1) Questo è lo schema descritto dal Postural Restoration Institute come “Left AIC pattern”

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