Il controllo motorio: Scienza e Mistero

diario di un corpo #16

scienza e mistero

Sfogliando alcuni testi sul controllo motorio è possibile farsi un’idea più o meno dettagliata dell’organizzazione incredibilmente complessa che regola il modo in cui ci muoviamo.

I sistemi motori non controllano solo i muscoli collegati alle articolazioni di un movimento specifico che vogliamo eseguire, ma nello stesso momento devono anche controllare la muscolatura che agisce sulle altre articolazioni.
Se ad esempio alziamo un braccio mentre siamo in piedi, prima ancora dei muscoli del braccio vengono contratti quelli delle gambe per stabilizzare il movimento e mantenere l’equilibrio.
È possibile indagare i meccanismi che regolano queste attività, si tratta però di un argomento molto vasto e che va rimandato a testi specializzati.(¹)

Quello che desidero portare all’attenzione è il fatto che tutto il sistema nervoso è coinvolto nella progettazione, programmazione ed esecuzione del movimento(²). Dal sistema corticale, al sistema troncoencefalico, al sistema spinale.
L’attività inoltre è influenzata da tutte le informazioni sensoriali che arrivano dal mondo esterno e dalla percezione di noi stessi in movimento, consentendo una costante valutazione del movimento che si sta eseguendo e modifica della programmazione del movimento successivo, o anche una rimodulazione del movimento stesso mentre è eseguito, se le condizioni lo permettono (³).

Le ricerche intorno al controllo motorio partono quindi dal movimento osservato per cercare di capire come funziona “dall’interno”, andando a ritroso dal muscolo al sistema nervoso.

Tuttavia rimane aperta la domanda intorno all’atto di volontà:
Da dove nasce la volontà di compiere un atto motorio? Come viene trasformata in azione?

Se viene chiesto di eseguire un movimento molto semplice, circa 800 msec prima del movimento si può registrare su tutta la superficie del cervello un’onda negativa che aumenta lentamente. Questo potenziale, definito potenziale di aspettativa o di preparazione, precede il momento in cui la corteccia motoria invia i comandi di attivazione ai muscoli scheletrici.
Secondo molti, questo potenziale di preparazione è il correlato neuronale della volontà, e curiosamente coinvolge tutta la corteccia cerebrale, non solo alcune zone.

Quindi dal momento in cui desideriamo fare un movimento (anche il più semplice come muovere un dito), un’onda attraversa il cervello e in seguito si innescano tutte i processi elettrici che regolano l’esecuzione del movimento.
Come e da dove nasce quest’onda?

Due considerazioni:

– nel Metodo Feldenkrais si parla spesso di tuning, di sintonizzare la nostra volontà con quello che facciamo realmente. Una lezione del Metodo è un laboratorio per perfezionare questo dialogo alla scoperta di noi stessi e di come trasformiamo in azione le nostre intenzioni.
Se mi viene chiesto di muovere un braccio e contraggo anche le labbra, dal momento che me ne accorgo posso raffinare l’esecuzione. È per questo che chi pratica il Metodo Feldenkrais per lungo tempo riferisce che il rapporto con il modo di manifestare la propria volontà verso l’ambiente cambia, a 360 gradi, non solo per quanto riguarda il controllo motorio.

– rimango sempre affascinato da come le più note indagini scientifiche che partono da un fenomeno osservabile per risalire alla sua origine, prima o poi si fermino di fronte a qualcosa che alcuni definirebbero ignoto, altri mistero. La scienza conduce al Mistero?
È più imperscrutabile la vastità dell’universo o la complessità di ciò che si trova qualche centimetro dietro il nostro naso?

______

1) Questo post è stato ispirato dalla lettura de “Il controllo motorio” – R. Nicoletti, A. M. Borghi, edizioni il Mulino

2) Mi viene in mente anche questo post di qualche anno fa che può rendere l’idea dell’estrema complessità del modo in cui gestiamo il movimento.

3) Ad esempio se viene eseguito con sufficiente lentezza – ingrediente fondamentale delle lezioni di Consapevolezza Attraverso il Movimento

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